Come vi avevamo anticipato, insieme a Cooperativa DAR=CASA abbiamo iniziato con gli abitanti delle quattro palazzine gialle di Cormano il percorso che porterà alla formulazione di un patto di convivenza. Oggetto del patto sarà l’utilizzo degli spazi comuni esterni alle quattro palazzine: un ampio spazio verde al momento inutilizzato, che circonda gli edifici, e una piazza sulla quale si affacciano gli appartamenti, al tempo stesso spazio condominiale e pubblico.
Abbiamo incontrato gli abitanti presso la sala comunale al piano terra di una delle quattro palazzine, insieme a Maria Chiara Cela e Marianna Taborelli di DAR, Antonio Leone, responsabile dell’Ufficio Progetti – Area Sociale – del Comune di Cormano, e Gianluca Renò, amministratore condominiale delle quattro palazzine.
L’incontro si è aperto coinvolgendo gli abitanti su alcuni temi cari a BuonAbitare, come la fatica del vivere insieme, la difficoltà di trovare tempo e risorse per dedicarsi alla relazione con il proprio vicino, ma anche la possibilità di trasformare la convivenza in una risorsa, passando da un’ottica competitiva ad una cooperativa nell’affrontare la vita di tutti i giorni nei contesti abitativi.
Insieme agli abitanti abbiamo parlato di cosa significhi avere un regolamento condominiale e del perché questo, spesso, non venga rispettato. Diverse sono state le suggestioni. Per alcuni le regole non si rispettano perché nessuno controlla e non esistono adeguate “punizioni”; per altri fa tanto “la coscienza” delle persone e per altri ancora i regolamenti non si rispettano perché sono vissuti solo come obblighi.
Abbiamo ragionato allora sull’idea che si possa vivere bene in condominio non solo attraverso regolamenti vissuti come obblighi imposti dall’esterno, ma anche attraverso decisioni e impegni formulati in prima persona dagli abitanti, sulla base delle loro esigenze e di una conoscenza del contesto che deriva dall’esperienza vissuta in prima persona. Abbiamo così introdotto l’idea del patto che andremo a formulare, condividendo con gli abitanti l’idea che questo sarà frutto di in un percorso che li coinvolgerà attivamente, che li vedrà quindi protagonisti del processo decisionale, nell’ottica di iniziare una nuova convivenza che possa far star bene tutti.
Gli abitanti si sono subito attivati nel presentare le proprie esigenze rispetto ai due spazi comuni oggetto del patto. Alcuni chiedono che lo spazio verde non venga utilizzato come “deposito” del materiale usato negli orti che lo circondano; per altri è importante che la piazza non venga danneggiata dai passanti che non vivono nelle palazzine; le famiglie con bambini chiedono uno spazio dove i figli possano giocare; alcune signore vogliono continuare a utilizzare la piazza come luogo dove scambiare due chiacchiere e, perché no, dove poter organizzare una grigliata E ancora: come conciliare tutto questo con il bisogno di quiete e silenzio presentato da altri inquilini?
La vita nella piazza inoltre sarà influenzata dalla presenza dei due spazi comuni situati al piano terra degli edifici. Uno spazio infatti, di proprietà di DAR, è già stato utilizzato, e continuerà ad esserlo, per le attività laboratoriali destinate agli abitanti del quartiere, in precedenza organizzate presso il vecchio quartiere Granchio; l’altro invece, di proprietà del comune, dovrebbe diventare sede della polizia locale.
Dopo il primo incontro quindi le differenze e il materiale su cui lavorare non mancano, ma insieme a DAR cercheremo di trasformare la diversità in ricchezza!
Continuate a seguirci nel nostro percorso!