Lucca: la bella città, “con le mura in testa”, dove sono nata e adesso abito.
Antraccoli: quartiere situato a est delle mura urbane, al confine con Capannori, che ogni anno organizza due partecipatissime sagre paesane, che ospita il complesso di edilizia residenziale pubblica più grande del Comune, e che “si contende” il parroco con altri due paesi, Picciorana e Tempagnano.
L’Orto di Antraccoli: un bel giardino, adiacente alla chiesa dell’omonimo quartiere, dove da un paio di anni pochi ma appassionati volontari organizzano attività ludiche e incontri culturali per la comunità. Questa la cornice all’interno della quale venerdì 1 luglio siamo stati invitati per parlare di comunità e conflitti.
Una serata piacevole dove, sotto la regia del Prof. Martini, si è discusso di convivenza e buon vicinato e dove la riflessione finale di un abitante ha chiuso a mio avviso magistralmente la discussione:
“secondo me la comunità alla fine la fanno le esperienze che riesci a fare insieme [..]. Dobbiamo trovare momenti e spazi, come questo, per costruire un’esperienza comune.. solo così si crea e rinforza il senso di comunità e si sta quindi meglio insieme”
Ricordo un vecchio proverbio che dice: “se dell’orto vuoi verdura non smetter mai la cura”. Potremmo parafrasare dicendo che per alimentare il senso di comunità serve di impegnarsi insieme, in maniera paziente e continuativa, per dar vita a esperienze e “narrazioni” comuni.
E allora, buona “cura” all’Orto di Antraccoli.
Irene Dentini