Descrizione Progetto

Un obiettivo dell’associazione è anche la  promozione dell’abitare collaborativo e del cohousing.  

La vita nei condomini, con le persone e le famiglie rinchiuse nei propri appartamenti, con scarse e non sempre positive relazioni con i vicini, non è più soddisfacente per un numero crescente di persone. Queste modalità di abitare spesso isolano le persone, rendono la casa un bunker nel quale richiudersi per garantirsi la sicurezza e sono uno dei fattori che concorrono a creare la solitudine, che sta diventando un rilevante problema sociale.  

Diverse persone, anche nella terza età o che si accingono ad entrarci, immaginano e, in qualche caso, si attivano per realizzare soluzioni abitative che favoriscano una vita di relazione ricca e poter contare su forme di solidarietà extra familiare necessarie per far fronte alla complessità del vivere. 

Certamente non è facile per tutti cambiare la propria condizione abitativa, sia per ragioni oggettive – ad esempio la casa di proprietà – che soggettive – cambiare le proprie abitudini. E questo, se è vero per tutti, lo è in modo particolare per gli anziani. 

Ci sono però molte persone che ci hanno provato, ci provano e che possono testimoniare che è possibile, che ci sono modi per evitare la solitudine, per avere rapporti di vicinato gratificanti, solidali, improntati all’aiuto reciproco e vivere in un contesto comunitario. E testimoniano anche che è possibile conciliare tutto questo con le legittime esigenze di privacy. 

Si tratta delle esperienze di abitare collaborativo e/o di cohousing. Soluzioni abitative che garantiscono la soddisfazione ottimale dell’esigenza di disporre di spazi personali e di privacy e di relazioni comunitarie e spazi comuni. Rispetto a queste esperienze cresce l’attenzione dei media, dell’opinione pubblica e anche delle istituzioni che in alcune realtà le incoraggiano e le sostengono con appositi provvedimenti normativi e altre forme di supporto. 

Riteniamo che queste esperienze non debbano essere un’opportunità solo per chi ha più risorse e neanche una necessità per chi non è in grado di permettersi un alloggio autonomo. Riteniamo che l’abitare collaborativo possa essere un’opzione a disposizione di chi ha voglia e coraggio di cambiare il proprio modo di abitare.  

L’obiettivo è promuovere comunità che sappiano valorizzare le differenze, generazionali e culturali come opportunità per una vita più sana, più stimolante, culturalmente e socialmente più ricca anche se non necessariamente più facile, rinunciando all’idea che in un mondo complesso e interconnesso sia utile rinchiudersi in illusorie comunità che escludono le differenze. 

Cominciamo con far conoscere il cohousing e l’abitare collaborativo con una serie di incontri online  ai quali diamo il nome di Dialoghi del BuonAbitare per presentare esperienze concrete, fare domande e discutere con coloro che le hanno pensate e realizzate. 

Inoltre possiamo assistere le persone che intendono promuovere l’abitare collaborativo nei loro normali contesti di vita o realizzare esperienze di cohousing. 

Per maggiori informazioni contattare: 

Francesco Maltese – [email protected]